“Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa.”
Colazione da Tiffany
Ho deciso di iniziare questo articolo sull’anno nuovo con questa citazione del noto film “Colazione da Tiffany”, che verrà trasmesso proprio il primo giorno dell’anno in televisione.
Così sono andata a riguardarmi qualche sequenza della pellicola, a riascoltarmi la bellissima canzone di Henry Mancini, Moon River, colonna sonora del film, e a rileggermi qualche citazione dei personaggi.
Questa, in particolar modo, appartiene all’attore George Peppard, che nel film interpreta Paul. Nella sequenza del film, Paul sta per uscire dal taxi, condiviso fino a poco prima con Audrey Hepburn (Holly), abbandonando con lei anche la speranza di poter finalmente far breccia nel cuore della ragazza. Ma proprio in quel momento lui decide di restare ancora un minuto per affrontarla e sbatterle in faccia la verità.
Curioso come a volte la verità possa innescare rabbia, dolore, ma anche e soprattutto consapevolezza.
Ed è proprio la consapevolezza il concetto chiave di quello che sto cercando di comunicare ora.
Quella consapevolezza di me stessa, che per molto tempo mi è mancata in questi anni: la consapevolezza delle capacità che noi abbiamo, dei limiti che possiamo superare.
Questa è la vera chiave che può aprire la porta sul miglioramento di se stessi.
E per ben un anno e mezzo mi è mancata: così come mi è mancata la voglia di scrivere, così come è venuta meno, di conseguenza, la soddisfazione nel portare a termine una passione.
Per questo nuovo anno vorrei davvero riflettere su questo punto: per questo nuovo inizio, vorrei augurare a me, e a chiunque di poter tornare a credere, anche solo in qualunque cosa che possa sembrare possibile o non.
Sperare, credere e lottare: concetti di un ascendente percorso verso l’armonia di se stessi.
Concetti con i quali, in questo mondo e in questo tempo, è così difficile poter convivere.
E così come Holly, messa di fronte alla verità, ha un momento di consapevolezza che la porterà dritta tra le braccia di Paul, così è lecito che ognuno di noi si senta allo stesso modo quando scopre di aver superato un limite che si era imposto da solo.
Quella “gabbia” in cui spesso chiunque di noi tende a riunchiudersi, per non affrontare la verità delle cose, ossia che abbiamo una sola vita da poter vivere e un numero limitato di possibilità: troppo limitato per sprecarlo nel fare del male agli altri ed impedirci di credere in qualunque cosa, a partire da noi stessi.
Le guerre, i morti, i dolori, e tutte le cose spiacevoli accadute quest’anno devono rappresentare solo una spinta a credere che possa esserci qualcosa di più di tutto il marcio che vediamo quotidianamente. Ma quel qualcosa in più deve partire da noi, dalla nostra volontà nel voler guardare oltre, nel voler abbassare le difese e ammettere, qualche volta, di aver avuto torto anziché ragione.
Un nuovo anno che inizia può aiutare nello sperare in un nuovo inizio: alle volte è solo questo che più ci serve. Io l’ho avuto non molti mesi fa, quando ho trovato qualcuno che credesse in me e nelle mie capacità.
Ad oggi mi sento davvero di augurare solo il meglio a chiunque possa leggere questo testo, affinché il meglio si avveri, soprattutto per tutti coloro che hanno ancora il coraggio di volerci credere.
Buon inizio a tutti!
Martina Vaggi