Siamo nessuno per il mondo: approccio ad una realtà univoca
Vi siete mai sentiti nessuno per il mondo?
Intendo dire… quella sensazione che vi fa sentire soli, tremendamente soli, persi in un mondo che sembra non concepire realmente la vostra esistenza?
Io ho perso il conto di quante volte mi sono sentita così.
Di essere nessuno.
Considerata nessuno.
Di valere come un nessuno.
E voi?
Vi è mai successo?
Vi è mai capitato di sentirvi come se proprio nessuno per il mondo che vi circonda?
Vi è mai capitato di non essere considerati sul lavoro o in un’amicizia o in una relazione?
Se non vi è mai successo di sentirvi così, siete fortunati.
Questo è quello che avrei detto io un anno fa.
Ora la penso diversamente.

Se vi sentite inesistenti per il mondo forse è perché vi sentite nessuno per voi stessi
Tutto parte da dentro di noi.
Il fuori è una rappresentazione di quello che noi pensiamo e proviamo dentro di noi.
Questo significa che se noi abbiamo pensieri negativi la realtà non potrà di certo essere positiva e viceversa.
Questa è la ragione per la quale ci sentiamo sempre dire: “Pensa positivo!“
Oppure:
“Il mondo è uno specchio,
ti sorride se lo guardi sorridendo”
E così via.

Se non vi fidate, fate pure una prova: provate a vivere come se aveste il peso del mondo sulle spalle, rimuginate ogni giorno sul passato e su pensieri negativi che la vostra mente formula e che voi non siete in grado di bloccare: alimentate tutti i giorni pensieri negativi e provate poi a vedere cosa succede nella vostra vita.
Sono quasi sicura che anche la vostra vita sarà fuori esattamente come vi sentite voi dentro: un cupo baratro di sofferenza e insoddisfazione.
Detto questo, lo spiegone è servito per dire quanto segue: se voi vi sentite nessuno per il mondo, probabilmente è perché vi sentite nessuno per voi stessi.
Se vi sentite sempre gli ultimi o inesistenti in qualunque circostanza, probabilmente questo deriva da frustrazioni che avete voi verso voi stessi.
O, probabilmente, non vi state impegnando molto nel raggiungere obbiettivi per voi fattibili.
Questo, almeno, è quello che ho capito vivendo la situazione sulla mia pelle.
Perché abbiamo questo costante bisogno di essere qualcuno?
Se ci pensate bene, la cosa non ha alcun senso.
Se sei sicuro del tuo valore, perché hai un bisogno così esagerato di avere conferme?
Credo che tutti (o quasi tutti) abbiamo vissuto una situazione simile, almeno una volta.
Ma questo perché?

Abbiamo avuto delle mancanze nell’infanzia?
Probabile, ma qui ci addentriamo nella psicologia: io non sono psicologa, per cui non vado oltre.
Probabilmente non riusciamo a trovare certezze dentro di noi.
Per questo motivo, le cerchiamo al di fuori.
Ancora una volta questo tema “spirituale” del dentro che torna.
Il fatto è che, alla fine della fiera, noi non saremo mai nessuno per il mondo, per quanto possiamo sforzarci di esserlo.
Questo perché:
- Tutti noi siamo unici ma interscambiabili.
- Non siamo nessuno per un’azienda (se non accetti un lavoro tu, lo accetterà qualcun altro: se non ci sei tu c’è qualcun altro in grado di sostituirti).
- Ci sarà sempre qualcuno più bravo di te: è inevitabile.
- Non siamo nessuno per gli altri: le persone tradiscono, cambiano idea, abbandonano.
Ogni cosa è possibile, anche se hai dato amore a dismisura.
Ogni forma di cambiamento può accadere, anche se sei una buona persona, un buon dipendente, una brava e fedele fidanzata, una buona amica.
Un concetto difficile da accettare.
Tutti crediamo di valere qualcosa, di essere speciali,
di meritare un posto nel mondo degli altri.
In qualche modo, la riteniamo una cosa dovuta.
Da questo pensiero veniamo, ovviamente, delusi ogni volta, forse perché molti di noi tendono a nutrire a dismisura il proprio ego.

Per questo spesso ci rimaniamo male quando qualcuno non ci ricambia, quando qualcuno non ci considera altrettanto validi o insostituibili, come noi vogliamo a tutti i costi sembrare.
Non ci rimaniamo male perché amiamo alla follia quella persona.
Ci rimaniamo così male perché nutriamo il nostro ego fino a farlo scoppiare.
Amiamo l’idea che abbiamo di noi, forse.
Ma non quelle persone.
Se veramente amiamo una persona la lasciamo libera di decidere e accettiamo la sua decisione, qualunque essa sia: anche se è terribilmente difficile da accettare perché ci esclude dalla sua vita.
Ognuno di noi può essere “scaricato” o scartato.
Brutto da dire e da sentirselo dire: ma è la verità.
Questo può succedere perché siamo tutti dei signor nessuno, con una particolarità, però: siamo unici.
Una bella contraddizione, eh?
Siamo unici nei nostri difetti, nelle nostre imperfezioni.
Siamo unici nel nostro essere completi anche se ci affanniamo tutta la vita alla ricerca di qualcosa (o qualcuno) di esterno che ci renda ancora più uniti.
Nessuno di noi è realmente qualcuno in questo mondo terreno.
Ma non è questo che conta.
Non è questo l’importante.

Sentirsi nessuno per il mondo: l’importante è essere qualcuno per se stessi
L’importante è imparare ad accettare se stessi, a riconoscere il proprio valore.
Quando impariamo a fare questo, quando ci rendiamo conto di avere un valore, arriviamo a comprendere una verità di fondo.
Allora le cose inizieranno a cambiare dentro di noi e al di fuori.
A quel punto iniziamo a capire che a prescindere dal fatto che non conti nulla per gli altri, tu devi essere il primo a contare su te stesso.
A quel punto ti metti in gioco.
E inizi a lavorare su te stesso.
Lì si innesca un meccanismo che mette in moto l’intera macchina della tua vita: più lavori su te stesso, più riesci ad evolverti, maggior possibilità hai di capire cosa vuoi, dove vuoi andare e dove risiede il tuo valore.
Inizi a scrivere la tua strada.
La imbocchi, lavori più di prima e capisci che ogni risultato che ne deriva non è merito degli altri o della fortuna, ma è merito solo tuo.
Allora non cerchi più di nutrire il tuo ego, ma il tuo spirito.
E più passi fai, più ti rendi conto che l’essenza di tutto questo non è essere qualcuno per una marea di estranei che cambiano idea ogni giorno.
Non ti interessa più essere qualcuno per gli altri, o per il mondo, quando hai imparato ad essere qualcuno per te stesso.
Martina Vaggi
Photo credit: Pixabay