
Vorrei svegliarmi domani e avere settant’anni.
Una vita già vissuta alle spalle, una pensione che mi basti a pagarmi un affitto e la spesa. Niente di più.
Vivere della semplice quotidianità, senza avere grilli per la testa, senza troppe aspettative sulla vita.
Perché quello che dovevo imparare, già l’avrei appreso in tempi passati.
Avrei già costruito, quando ancora si poteva costruire.
Risparmiato qualcosa quando ancora era possibile risparmiare.
Ho trent’anni, invece, e un futuro da costruire, che faccio fatica a vedere.
A malapena si scorge, non importa quanto io guardi lontano.
Vorrei svegliarmi domani e smettere di avere paura.
E invece questa continua paura io la vivo, come altri di noi, sulla pelle. E’ la paura di non avere più un lavoro domani, di non riuscire a trovarne altri negli anni a venire.
E’ la paura di desiderare un lavoro più adatto agli studi che ho fatto, a tutta la fatica e la speranza che ho investito. Un desiderio che si accavalla con il costante senso di colpa che provo nel pensare questo, quando vedo quanti altri un lavoro lo hanno perso.
E’ la paura di non riuscire a diventare completamente indipendente, di non poter mantenere una casa o un figlio, se mai lo avrò.
Poi mi soffermo a pensare al passato.
Se mio nonno fosse qui, oggi, mi racconterebbe della guerra, come faceva sempre. Di quando ha patito la fame, di quando è stato fatto prigioniero dai tedeschi. Lì la sua più grande fortuna fu quella di saper fare un mestiere: era sarto e cuciva le divise dei soldati.
Mi parlerebbe di quando è riuscito a scappare dal campo di prigionia e le bombe esplodevano tutte attorno a lui. Me lo racconterebbe con tutta la sua profonda umiltà e si metterebbe a piangere come un disperato, come succedeva ogni volta.
E io allora mi vergognerei un po’ di questi pensieri.
Di aver paura di dover lottare per avere un futuro.
Mi vergognerei.
Perché, forse, ogni generazione ha la propria guerra da combattere o da vivere, stringendo i denti, con forza. Ogni generazione ha la propria corda da tirare.
Torno a pensare al presente.
A quella volta in cui la Signora T. mi disse: “Sai Martina, il punto non è vivere sperando e pregando di non avere mai problemi. Sarebbe troppo semplice. Il punto, piuttosto, è: cercare, nonostante i problemi, di trovare sempre la forza per affrontarli.”
Martina Vaggi
Photo credit: https://pixabay.com/photos/woman-virus-bacteria-window-5628976/
Parole stupende e forti, cariche di una realtà che sentiamo sulla pelle e nel cuore.
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Grazie infinite Giulia! 🙂
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