
Guardo fuori dalla finestra. Il cielo è grigio, la neve scende copiosa. Mi è sempre piaciuto guardarla cadere.
E’ il primo gennaio del 2021. Sono le due di un pomeriggio come un altro e io sto per mettermi a scrivere.
Rivivo per un istante i ricordi di questo anno terribile che ci siamo lasciati alle spalle. Ricordo tutte le cose successe, le rivedo nella mia testa come se fosse un film. Credo che sia successo un po’ a tutti noi, quest’anno.
Abbiamo ricordato l’anno che è stato, tutto ciò che di negativo è successo.
Il 2020 ci ha toccati tutti con mano. E’ entrato nelle nostre vite con prepotenza e con una drammatica forza superiore ci ha travolti.
Forse è qui che qualcuno di noi ha preso consapevolezza, per la prima volta, che tutto ciò che ci succede, talvolta, è mosso da qualcosa di più grande di noi. Che abbiamo il controllo solo fino ad un certo punto, anche se ci ostiniamo ad esercitarlo su ogni cosa che ci circonda.
Che l’unico momento che conta davvero vivere è il nostro presente.
Ogni anno salutiamo l’ultimo giorno che lo accompagna e il primo dell’anno nuovo ma quest’anno è diverso.
La nostra vita non sarà mai più la stessa dopo il 2020.
Credo che per tutti noi sia così.
Forse tutti noi speriamo di dimenticare.
Forse un domani ritroveremo una mascherina stropicciata nella tasca del nostro giubbotto o sepolta nella nostra borsetta. Non ne avremo più bisogno e allora tutto questo potrà essere un ricordo, potrà essere definito “passato.”
Abbiamo aspettato che l’anno finisse per poterlo mandare al diavolo. Lo abbiamo condannato perché questo si fa con i momenti bui, con i periodi negativi, con le persone che ci fanno del male: le si manda a quel paese, senza volerci più avere a che fare.
Anche io vedevo il mondo in questa maniera. Poi, un giorno, la signora T. mi disse: “Non puoi scappare da una situazione negativa sperando di risolvere così il problema. Se te ne vai da un ambiente in cui stai male senza aver imparato i motivi per i quali stai male, un domani finirai di nuovo in una situazione simile e tutto ricomincerà da capo. Per poter dire addio a qualcosa, devi prima aver imparato perché quel qualcosa ha così tanta presa su di te. Solo così, puoi lasciarlo andare.”
Lasciar andare una situazione significa averla compresa, aver imparato a vedere il negativo e il buono.
“Il buono c’è in ogni cosa, se noi lo sappiamo cogliere” mi disse quel giorno, la signora T.
Sono le tre del pomeriggio ora.
Dalla mia scrivania, vedo la neve cadere fuori dalla finestra.
Ognuno di noi spera in cuor suo di dimenticare, ma io non voglio dimenticare.
C’è un mondo esterno che ci insegna che alcune cose non le possiamo cambiare. Non possiamo cambiare quello che è successo l’anno passato. Non possiamo impedire che alcune cose avvengano.
Non possiamo fermare la neve che cade.
Possiamo, però, evitare che dentro di noi geli sempre l’inverno.
Martina Vaggi