Quest’anno ho deciso di non usare frase fatte per salutare il vecchio anno e accogliere quello nuovo.
Non faccio promesse a me stessa, di quelle che so che non riuscirò a mantenere. E non mi voglio buttare su un lunghissimo articolo sui “nuovi propositi dell’anno nuovo”, perché fare nuovi propositi per me sta diventando un po’ come mettermi un macigno di aspettative e pressioni inutili sulle spalle. E’ un po’ come annunciare al mondo di voler smettere di fumare e poco dopo correre a prendere la sigaretta che avevi nascosto, solo perché hai appena finito di bere il caffè.
Quindi quest’anno saluto il 2016 con un semplice “A mai più rivederci” e per l’anno che viene auguro a me stessa solo una cosa: di darmi una svegliata. Di saper riconoscere le occasioni giuste da quelle sbagliate. Di saper identificare in tempo le persone che mi vogliono danneggiare e di distinguerle nettamente da chi, invece, vuole solo il meglio per me. Chiudere tutte le porte che devono essere chiuse e aprirne una verso il mondo. Spalancare le porte al nuovo anno e non averne paura.
Questo voglio che sia il mio ultimo giorno del 2016: un giorno pieno di auguri, non di propositi. Un giorno costellato da speranze di cambiamento, non di promesse.
E se è vero che nel mio 2016 non ci sono state grandi cose, è anche vero che ci sono state delle grandi persone.
Le persone di sempre, quelle che da sempre sono con me, e anche quelle che si sono aggiunte all’ultimo e hanno saputo dare un pizzico di più a quello che già avevo. Come fossero l’ingrediente segreto da aggiungere ad una ricetta che già conoscevo.
Oggi faccio un augurio alle mie persone, le mie compagne di vita, quelle che ci sono nella buona e nella cattiva sorte, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia.
E auguro a me stessa di aprire la porta verso il mondo e costruirmene uno solo mio: con accanto le persone che già ho.
Onestamente, non so se alla vita potrei chiedere di meglio.
Buon 2017 a tutti!
Martina Vaggi